Terapia di mantenimento con il bacillo di Calmette-Guérin nei tumori della vescica Ta a rischio intermedio ed elevato e nel carcinoma papillare T1: un terzo del dosaggio versus dosaggio pieno e 1 anno versus 3 anni di mantenimento


Il dosaggio ottimale e la durata del trattamento endovescicale con bacillo di Calmette-Guérin ( BCG ) per il tumore della vescica non muscolo-invasivo ( NMIBC ) sono controversi.

Obiettivo dello studio è stato quello di determinare se il trattamento con 1/3 del dosaggio ( 1/3D ) abbia un’efficacia inferiore rispetto alla dose piena ( FD ), se 1 anno di mantenimento abbia una efficacia ridotta rispetto a 3 anni e se il trattamento con 1/3 del dosaggio con 1 anno di mantenimento sia associato a una minore tossicità.

L’end-point primario era rappresentato dalla durata dell’intervallo libero da malattia: il tempo fino alla prima recidiva inclusa la progressione verso la malattia muscolo-invasiva, le metastasi a distanza e la morte dovuta al tumore alla vescica.
Gli end-point secondari includevano: il tempo alla progressione ( malattia muscolo-invasiva, metastasi a distanza o morte dovuta al cancro alla vescica ), la durata della sopravvivenza e la tossicità.

Dopo resezione transuretrale, i pazienti affetti da tumore della vescica non muscolo-invasivo a medio e ad alto rischio sono stati randomizzati in quattro gruppi BCG: 1/3D-1 anno, 1/3D-3 anni, FD-1 anno, FD-3 anni.

Lo studio è stato progettato come studio di non-inferiorità con l’ipotesi nulla di una diminuzione del 10% del tasso di intervallo libero da malattia a 5 anni.
La frequenza degli eventi è stata valutata utilizzando le funzioni di incidenza cumulativa ed è stata confrontata secondo il modello di rischio proporzionale di regressione di Cox.

In un’analisi intention-to-treat su 1.355 pazienti con una media di follow-up di 7.1 anni, non vi erano differenze significative riguardanti la tossicità tra i gruppi 1/3D e FD.

Non è stata rigettata l’ipotesi nulla di riduzione dell’intervallo libero da malattia nel gruppo 1/3D-1 anno.

È stato riscontrato che il trattamento 1/3D-1 anno è subottimale in confronto con il trattamento FD-3 anni ( hazard ratio [ HR ]: 0,75; 95% intervallo di confidenza [ CI ], 0.59-0.94; p=0,01 ).

I pazienti con forme a rischio intermedio trattati con dose piena non hanno mostrato un beneficio con un ulteriore trattamento con BCG per altri 2 anni.

Nei pazienti con forme ad alto rischio è emerso che il trattamento di mantenimento a 3 anni è associato a una riduzione della recidiva solo con dosaggio pieno ( HR=1.61; 95% CI, 1.13- 2.30; p=0.009 ).

Non ci sono state differenze statisticamente significative nella progressione della malattia o nella sopravvivenza globale.

In conclusione, questo è il più grande studio sulla tossicità e sulla efficacia della riduzione della dose di BCG e la durata di mantenimento.
Non ci sono state differenze statisticamente significative riguardanti la tossicità tra i gruppi trattati con 1/3 del dosaggio o con dosaggio pieno.
Dai dati è emerso che i pazienti che presentano forme a rischio intermedio dovrebbero essere trattati con dosaggio pieno con mantenimento di 1 anno; nei pazienti che presentano forme ad alto rischio, il trattamento con dosaggio pieno per un mantenimento di 3 anni riduce le recidive rispetto a un periodo di mantenimento di 1 anno, senza modifiche significative sui tassi di progressione di malattia o di morte.
I vantaggi di un trattamento di mantenimento nei due anni aggiuntivi devono essere valutati rispetto ai costi aggiuntivi e ai disagi associati. ( Xagena_2013 )

Oddens J et al, European Urology 2013; 63: 462-472

Xagena_Medicina_2013