Tumori genito-urinari: le nuove terapie aumentano la sopravvivenza


In Italia sono oltre 780.000 le persone che stanno lottando o hanno sconfitto un carcinoma della prostata ( 398.000 ), della vescica ( 253.000 ), del rene ( 97.000 ) e del testicolo ( 38.000 ).
Nel 2012 erano solo poco più di 560.000.

Oggi grazie all’innovazione medico-scientifica le neoplasie genito-urinarie sono sempre più delle patologie croniche.
E' quindi necessario spostare l’attenzione dall’urgenza della cura dell’organo malato alla presa in carico della persona nella sua interezza.
Un’esperienza come il cancro implica, infatti, anche tutta una serie di fattori fisiologici, psico-emozionali, sociali che non possono essere sottovalutati.
La scelta del tipo di trattamento deve quindi anche contemplare aspetti non secondari come la salvaguardia della fertilità, il ritorno all’attività sessuale dopo il tumore e il reinserimento del paziente nel mondo del lavoro.


L’immunoterapia oncologica è una terapia che si affianca a quelle tradizionali come chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Stimola il sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali attraverso l’utilizzo di anticorpi monoclonali.
Ha dimostrato di essere particolarmente efficace e di aumentare la sopravvivenza globale dei pazienti colpiti da carcinoma del rene ed è inoltre mediamente ben tollerata.
Sono allo studio o in fase di approvazione anche nuovi farmaci per il trattamento del tumore della vescica e della prostata.

Le neoplasie urologiche rappresentano il 20% di tutte le nuove diagnosi di cancro registrate in Italia.
Si tratta di malattie che per essere affrontate nel modo migliore richiedono le competenze di diversi specialisti clinici come oncologi, urologi, radioterapisti, patologi ma anche esperti di riabilitazione, psicologi e assistenti sociali.

In Italia i dati sulla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di un tumore genito-urinario sono più alti rispetto alla media europea. Questo vale per il carcinoma della vescica ( 78% e 68% ); del rene ( 67% e 60% ) e della prostata ( 88% e 83% ).

L’Italia è all’avanguardia in Europa anche per quel che riguarda la sorveglianza attiva nel tumore della prostata.
Questa patologia oncologica presenta un’alta incidenza e ogni anno fa registrare oltre 35mila nuovi casi.
Circa 10mila di queste neoplasie sono però poco aggressive e di dimensioni ridotte. E' possibile, pertanto, monitorarle attraverso esami specifici e controlli periodici invece di ricorrere a terapie radicali e invasive.
Un recente studio promosso dall’Istituto dei Tumori ( INT ) di Milano con la collaborazione di 8 Registri Tumori nazionali, ha dimostrato come il test del PSA ( antigene prostatico specifico ), se da un lato concorre a individuare molti tumori indolenti che non devono essere trattati ma solo sorvegliati, dall’altra può individuare anticipatamente una percentuale significativa di tumori potenzialmente letali. E per questi tumori aggressivi la diagnosi precoce con il PSA ha migliorato significativamente la guarigione dei pazienti.

La metà delle neoplasie del tratto urinario sono causate dal fumo di sigaretta. Sedentarietà e dieta ricca di grassi sono importanti fattori di rischio che aumentano la possibilità di insorgenza di un tumore del rene o della prostata.
Per quanto riguarda invece il carcinoma del testicolo ancora pochi giovani si sottopongono regolarmente a visite di controllo in grado di diagnosticarlo in fase precoce. ( Xagena_2017 )

Fonte: SIUrO, 2017

Xagena_Medicina_2017