La radioterapia adiuvante per carcinoma della prostata pT3 con PSA non-misurabile nel post-operatorio riduce significativamente il rischio di progressione biochimica


Il fallimento locale dopo prostatectomia radicale è comune nei pazienti con tumore che si estende oltre la capsula.

Due studi clinici randomizzati hanno dimostrato un vantaggio della radioterapia adiuvante rispetto all’approccio di vigile attesa.

Un gruppo di Ricercatori dell’Ospedale Universitario di Ulm in Germania, ha condotto uno studio clinico randomizzato e controllato per confrontare la prostatectomia radicale immediatamente seguita da radioterapia con la sola prostatectomia radicale per pazienti con carcinoma prostatico pT3 e livello di PSA ( antigene prostatico specifico ) non individuabile dopo l’intervento.

Dopo la prostatectomia radicale, 192 uomini sono stati assegnati in maniera casuale alla vigile attesa e 193 alla radioterapia subito dopo l’intervento.

I pazienti presentavano tumori pT3 pN0 e quelli che non avevano raggiunto livelli di PSA non individuabili dopo prostatectomia radicale sono stati esclusi dal trattamento in accordo con l’assegnazione casuale ( n=78; 20% ).

Dei restanti 307 pazienti, 34 del braccio radioterapia non hanno ricevuto radioterapia e 5 del gruppo vigile attesa sono stati sottoposti a trattamento radioterapico.

Dunque, 114 pazienti hanno ricevuto radioterapia e 154 sono stati seguiti con approccio di vigile attesa.

L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione biochimica.

La sopravvivenza libera da progressione biochimica dopo 5 anni nei pazienti con PSA non-valutabile dopo prostatectomia radicale è migliorata significativamente nel gruppo radioterapia ( 72%; hazard ratio, HR=0.53; P=0.0015 ).

All’analisi univariata, un punteggio di Gleason superiore a 6 e inferiore a 7, il livello di PSA prima della prostatectomia radicale, lo stadio tumorale, e i margini chirurgici positivi sono risultati predittori di esito.

Il tasso di eventi avversi tardivi di grado 3 e 4 è stato pari a 0.3%.

In conclusione, la radioterapia adiuvante per tumore della prostata pT3 con PSA non-misurabile nel post-operatorio riduce significativamente il rischio di progressione biochimica.
È necessario un ulteriore follow-up per valutare l’effetto sulla sopravvivenza generale e sulla sopravvivenza libera da metastasi. ( Xagena_2009 )

Wiegel T et al, J Clin Oncol 2009; 27: 2924-2930



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