Miglioramento degli esiti nei pazienti con cancro della prostata localizzato


La maggior parte dei tumori della prostata di nuova diagnosi è clinicamente localizzata e le principali opzioni di trattamento includono la chirurgia, la radioterapia o l’approccio conservativo della patologia.

Benchè la gestione conservativa possa essere una scelta ragionevole, sono disponibili pochi dati, nell’era PSA ( antigene prostatico specifico ), relativi agli esiti con questo tipo di approccio.

Uno studio ha valutato gli esiti del cancro localizzato della prostata gestito senza un’iniziale terapia a scopo curativo.

Lo studio di coorte ha coinvolto uomini di età uguale o superiore ai 65 anni con diagnosi di carcinoma della prostata di stadio T1 o T2 nel periodo 1992-2002 non sottoposti a radioterapia o a chirurgia per 6 mesi dopo la diagnosi.

Le persone coinvolte vivevano nell’area coperta dal Programma SEER ( Surveillance, Epidemiology, and End Results ) e sono stati seguiti per un periodo mediano di 8.3 anni.

Le principali misure di esito erano la sopravvivenza a 10 anni, la sopravvivenza relativa al tumore e i principali interventi legati alla malattia tumorale.

Tra i partecipanti allo studio ( età media 78 anni alla diagnosi di tumore ), la mortalità tumore-specifica a 10 anni è stata pari a 8.3% per quelli con tumori ben differenziati; 9.1% per quelli con tumori mediamente differenziati e 25.6% per quelli con tumori poco differenziati.

I corrispondenti rischi a 10 anni di morire per cause concorrenti sono state, rispettivamente, 59.8%, 57.2% e 56.5%.

La mortalità specifica per la malattia a 10 anni per gli uomini tra i 66 e i 74 anni con diagnosi di tumore moderatamente differenziato è risultata il 60-74% più bassa che negli studi precedenti: 6% nell’era del PSA ( 1992-2002 ) rispetto ai risultati dei precedenti studi ( 15-23% ) in periodi precedenti ( 1949-1992 ).

Un miglioramento della sopravvivenza è stato osservato anche per la malattia poco differenziata.

L’uso di chemioterapia ( 1.6% ) o interventi maggiori per compressione della colonna vertebrale ( 0.9% ) sono risultati poco comuni.

In conclusione, i risultati in seguito a gestione conservativa del tumore prostatico clinicamente localizzato e diagnosticato tra il 1992 e il 2002 sono migliori degli esiti osservati per i pazienti ai quali la malattia è stata diagnosticata negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso.
Questo potrebbe essere legato, in parte, all’introduzione del test del PSA o a passi avanti nelle terapie mediche. ( Xagena_2009 )

Lu-Yao GL et al, JAMA 2009; 302: 1202-1209



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