Cancro al rene, efficacia dell’associazione di Nivolumab e Cabozantinib per il trattamento di prima linea della malattia avanzata. Risultati a 2 anni


I risultati del follow-up a 2 anni dello studio di fase 3 CheckMate -9ER hanno mostrato che, nel trattamento di prima linea della malattia, l’associazione di Nivolumab ( Opdivo ) e Cabozantinib ( Cabometyx ) del carcinoma a cellule renali avanzato ( RCC ) porta a benefici duraturi rispetto all’attuale standard di cura ( Sunitinib ).

Con un follow-up mediano di 32,9 mesi ( minimo 25,4 mesi ), Nivolumab in associazione a Cabozantinib ha continuato a mostrare una superiorità rispetto a Sunitinib nella sopravvivenza globale ( 37,7 mesi versus 34,3 mesi, con una riduzione del 30% nel rischio di morte ), nella sopravvivenza libera da progressione ( 16,6 mesi vs 8,3 mesi ), nel tasso di risposta obiettiva ( 55,7% vs 28,4% ), nella durata mediana della risposta ( 23,1 mesi vs. 15,1 ) e nella risposta completa ( 12,4% vs. 5,2% ).
Non sono emersi nuovi dati riguardo alla sicurezza della combinazione Cabozantinib e Nivoluamb.

I pazienti hanno continuato a riportare benefici clinicamente significativi nella qualità di vita correlata allo stato di salute: i punteggi sono migliorati o mantenuti nel tempo tra i pazienti trattati con l’associazione, mentre è stata osservata una riduzione in quelli trattati con Sunitinib.
Inoltre, coloro che hanno ricevuto Nivolumab in associazione a Cabozantinib avevano il 48% in meno di probabilità di essere particolarmente disturbati dagli effetti collaterali del trattamento rispetto ai pazienti nel braccio di Sunitinib.

I risultati di queste analisi hanno fornito ulteriori evidenze cliniche a supporto di Nivolumab in associazione a Cabozantinib come importante trattamento di prima linea per i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato che possono beneficiare di un regime di immunoterapia più un inibitore delle tirosin-chinasi.

Il carcinoma a cellule renali è il più comune tipo di tumore del rene negli adulti ed è circa due volte più comune negli uomini che nelle donne, con i più alti tassi di malattia in Nord America e in Europa.
In Italia, nel 2020 si sono verificate circa 13.500 nuove diagnosi: 9 mila negli uomini e 4.500 nelle donne.
Al fumo di sigaretta è attribuibile circa il 40% dei casi tra i primi, e l’obesità gioca un ruolo importante soprattutto tra le seconde.
Nel 25-30% il tumore si presenta in stadio avanzato o metastatico. ( Xagena_2022 )

Fonte: Genitourinary Cancers Symposium dell'American Society of Clinical Oncology ( ASCO-GU ) 2022

Xagena_Medicina_2022